Due frasi mi hanno accompagnato lungo il mio viaggio a Santiago de Compostela “Lo Straordinario risiede nel Cammino delle persone comuni”, pensiero letto qualche mese prima di partire nel celebre libro di Pauolo Coelho, ed un’altra “nessuna terra è lontana…” frase scelta e scritta sulle magliette color amarando che univano il gruppo al quale mi sono aggregato il CAI di Ragusa.
Ripensando al viaggio la sensazione da “pellegrino” che ha percorso parte del cammino di Santiago è quella di chi non può fare a meno di raccontarlo, per esprimere la ricchezza dell’esperienza vissuta ed il valore del significato del cammino.
Parlare del cammino vuol dire raccontare di un viaggio alla ricerca di se stessi ma dove si scoprono gli altri.
All’interno dell’ascetica cristiana, il pellegrinaggio ha un valore di “metanoia” per l’uomo, che si è allontanato da sé e da Dio, e rappresenta un cammino nella prospettiva di diventare più uomini e più cristiani al tempo stesso. (A.M. Besnard, Il Pellegrinaggio Cristiano, Padova 1970).
Nessuno torna deluso dal cammino, tutti, una volta partiti, scoprono la forza per compierlo, lo straordinario è proprio questa scoperta della propria fatica e della fatica umana che si proietta ogni giorno, passo dopo passo, tappa dopo tappa, verso la meta finale, quella cattedrale di Santiago de Compostela che racchiude nelle sue architetture il senso ascetico verso Dio ed allo stesso tempo sembra trovare le proprie fondamenta dalla terra pervasa dal cammino di tutti i pellegrini.La via lattea, secondo alcuni definendo il Cammino o ripensando alle parole di Goethe “l’Europa è nata dai pellegrinaggi a Santiago” si capisce la spiritualità della strada che abbatte ogni barriera ed accomuna tutti fino a scoprire che Santiago non è la fine del Cammino ma per molti è solo l’inizio.
Ripensando al viaggio la sensazione da “pellegrino” che ha percorso parte del cammino di Santiago è quella di chi non può fare a meno di raccontarlo, per esprimere la ricchezza dell’esperienza vissuta ed il valore del significato del cammino.
Parlare del cammino vuol dire raccontare di un viaggio alla ricerca di se stessi ma dove si scoprono gli altri.
All’interno dell’ascetica cristiana, il pellegrinaggio ha un valore di “metanoia” per l’uomo, che si è allontanato da sé e da Dio, e rappresenta un cammino nella prospettiva di diventare più uomini e più cristiani al tempo stesso. (A.M. Besnard, Il Pellegrinaggio Cristiano, Padova 1970).
Nessuno torna deluso dal cammino, tutti, una volta partiti, scoprono la forza per compierlo, lo straordinario è proprio questa scoperta della propria fatica e della fatica umana che si proietta ogni giorno, passo dopo passo, tappa dopo tappa, verso la meta finale, quella cattedrale di Santiago de Compostela che racchiude nelle sue architetture il senso ascetico verso Dio ed allo stesso tempo sembra trovare le proprie fondamenta dalla terra pervasa dal cammino di tutti i pellegrini.La via lattea, secondo alcuni definendo il Cammino o ripensando alle parole di Goethe “l’Europa è nata dai pellegrinaggi a Santiago” si capisce la spiritualità della strada che abbatte ogni barriera ed accomuna tutti fino a scoprire che Santiago non è la fine del Cammino ma per molti è solo l’inizio.